Chi è responsabile delle eventuali procedure e opere di tutela e salvaguardia? Chi sostiene i costi? Quante sono le aerobasi italiane e NATO che dovrebbe aver attivato misure per la tutela ambientale e del piano di rischio per incidente aereo? L'Aeronautica Militare Italiana, è noto, è strutturata su aerobasi come Grosseto e Gioia del Colle (Bari ) (MOB, Main Operating Base), su Ghedi, Piacenza, Istrana ed Amendola.
Il rumori dovuto al traffico aereo militare viene, tuttavia, generato anche sull'aerobase delle Frecce Tricolori di Rivolto (Udine), di Pisa, di Ciampino, di Capodichino, di Trapani.
Sugli ultimi quattro scali il traffico militare si somma a quello civile commerciale.
Il rumore è materia discussione vecchio quanto l’aviazione. Negli ultimi decenni si è registrata una diminuzione dell’inquinamento causato dagli aeromobili, talvolta azzerato dall’aumento del traffico aereo.
E' universalmente noto come il rumore degli aeromobili (caccia e di trasporto) è una questione universale.
Come avviene (o dovrebbe avvenire) sugli scali civili/commerciali l'impatto dovrebbe essere sottoposto a procedure e piani di riduzione dell’inquinamento acustico, del rumore alla fonte, della pianificazione del territorio circostante gli aeroporti con l'adozione di procedure di volo più silenziose e le restrizioni di sorvolo locali. Con una certificazione aggiornata del rumore per tutti i velivoli, l'attivazione di tasse d’atterraggio commisurata al rumore, l'ottimizzazione delle procedure di avvicinamento e di decollo ed una casistica dei rumori stimati nelle zone attigue.
Altre aerobasi sono comunque interessate all'impatto acustico e relativi piandi di rischio per incidente aereo. Sono Galatina (Lecce), Aviano (Pordenone base NATO, Cameri, Sigonella, Amendola, Gioia del Colle, Casarsa, Viterbo.
Abbiamo dimenticato qualche altra aerobase?
Forse bisognerebbe anche aggiungere Cervia, Decimomannu, Elmas,Ancona, Brindisi, Frosinone, Grazzanise, Guidonia, Pratica di Mare, Latina, Pantelleria, Palermo Boccadifalco, Rimini, Treviso, Vicenza, Verona, Fontanarossa e Comiso.
Non sono tutte infrastrutture ancora in gestione all'Aeronautica Militare Italiana ed Esercito ma, probabilmente, sono state sottoposte ai vincoli aeronautici fino a poco tempo addietro e dovrebbero aver conseguito le misure disposte dalle norme di legge.
E' accaduto? Ma il punto è un altro: i cittadini residenti nell'intorno di queste piste di volo militari e/o ex militari sono stati tutelati? Quali sono al momento gli indirizzi di salvaguardia /Piano di Rischio) e tutela dei cittadini e del territorio a loro assicurati'
A che punto siamo? Chi potrà rispondere?
data inserimento: Martedì 28 Maggio 2013