Uno squarcio su una realtà opaca, e, probabilmente, con costi non sostenibili! Con l'articolo "Il flop di Ronchi, aeroporto fantasma: pochi voli e prezzi alti": Addio all’Airbus, si viaggia sugli Atr delle Poste. E si paga come in business. Così da Pordenone ormai scelgono Venezia e da Trieste si vola su Lubiana, di Maurizio Cescon, apparso il 16 novembre 2014 sul Messaggero Veneto, anche in Regione FVG sono - finalmente - analizzate e criticate le politiche, le strategie dei collegamenti e dei voli sullo scalo Isontino.
Nelle due pagine dedicate dal rimarchevole all'articolo segnalato, tuttavia, non compare mai il termine co-marketing e la minuziosa rassegna dei costi sostenuti dalla Regione FVG per ogni singolo vettore, oltre alla impietosa comparazione tariffaria con Venezia e Treviso, non si da conto - stranamente - di eventuali altri supporti/finanziamenti di co-marketing a carico di aziende partecipate ed Enti Locali. Il quadro è crudo e condanna l'operato dei manager della società di gestione Aeroporto FVG. Una azienda 100% controllata dalla stessa Regione FVG che nel 2014 prefigura un crollo dei passeggeri trasportati: -16% da gennaio al settembre 2014.
Non corrisponde al vero invece che il numero dei voli sia calato: i dati Assaeroporti dei primi nove mesi 2014 registra, a fronte dell'innegabile calo del traffico segnalato, lo stesso numero dei voli del 2013.
In fondo il riscontro del numero dei movimenti/voli è conseguente agli accordi di co-marketing esistente ed in vigore. Accordi, probabilmente, sottoposti a scadenza e/o rinnovo: con maggiori costi e finanziamenti. Non solo per la Regione FVG, proprietaria della società Aeroporto FVG, ma - come avviene in altri scali del Belpaese - anche da altre partecipate ed Enti locali.
Ecco quindi che l'articolo del Messaggero Veneto pur costituendo una indiscutibile, trasparente, accusa nei riguardi dello scalo Isontino, non associa le modalità discutibili degli accordi sottoscritti con le aerolinee comuni alla quasi totalità degli scali della Penisola, e trascura un dato inequivocabile.
La stessa società Aeroporto FVG è, in fondo, la stessa che con le medesime politiche di co-marketing e sostegno ai voli, ha ottenuto nel 2012 il record storico di 882. 146 passeggeri/anno.
La materia del sostegno ai voli, di finanziamenti spesso identificati come aiuti di stato (ancorché regionali) è stata spesso analizzata da Aerohabitat e, per quanto riguarda lo scalo della Regione FVG, oggetto di un documento del 2001 intitolato: "Ronchi dei legionari, Vettori low cost e tariffe scontate e volumi di traffico". Erano note riservate poste all'attenzione degli amministratori regionali coinvolti in trattative con vettori low cost. Un analisi di 10 pagine nelle quali venivano illustrati ed anticipati i risvolti contraddittori, con costi rilevanti e non sostenibili, politiche anticompetitive ad elevato rischio per bacini di traffico sovrapposti e concorrenziali. Nel corso di questi 14 anni Aerohabitat ha, con regolarità, documentato la situazione del co-marketing su numerosi scali italiani: gli aspetti valorizzati dagli esperti di economia dei trasporti - l'incremento dei voli, dei collegamenti e del traffico trasportato. Costi/benefici di finanziamenti ai voli spesso sanzionati dalla Commissione UE per le evidenze in contrasto con la stessa normativa UE.
L'esistenza di uno scalo a meno di 200 km di distanza con accordi di co-marketing vantaggiosi per l'aerolinea - low cost o tradizionale - avrebbe , inevitabilmente, determinato tariffe competitive e travasato
utenza.
Il futuro del "Savorgnan di Brazzà" passa, indubbiamente, attraverso un avvicendamento manageriale e con politiche coordinamento con altri scali e/o gestori a riconosciuta imprenditorialità aviation, ma appare inevitabile anche il superamento di "politiche assistenza " ai voli che rappresentano la negazione della concorrenza e competitività.
Diventa perciò inevitabile segnalare che supposte managerialità (siano queste italiane quanto internazionali) non garantiscono bilanci positivi ed utili per gli azionisti, anche perché alle politiche di co-marketing sostenute dagli Enti Locali il Belpaese non sembrerebbero, al momento, aver trovato, purtroppo, alternative.
data inserimento: Domenica 16 Novembre 2014