Siamo forse in presenza di altri accordi ignorati da altri CDA? Con l'articolo di Maurizio Cescon intitolato "Dressi: il 2014 sarà in rosso se la Regione vuole mi cacci" apparso sul Messaggero Veneto del 18 novembre 2014 è emerse una dichiarazione alquanto inattesa, anche se per numerosi analisti del trasporto aereo era, da tempo, era più che un sospetto. In una intervista al presidente Sergio Dressi della società Aeroporto FVG - a margine di una inchiesta sviluppata nel corso della settimana e sullo scenario di drastico calo dei passeggeri (-16%) ed una situazione di crisi di bilancio e di prospettive che ha occupato quasi nove pagine del giornale - il giornalista ha posto una serie rituale di domande. Ad una di queste - relativa agli accordi (di co-marketing e sussidi ai voli dallo scalo Isontino - e precisamente "Presidente, l’hanno pugnalata alle spalle" la risposta è stata diretta ed inequivocabile:
"Chi ha diffuso quelle notizie, che non sono note neanche al Consiglio di amministrazione, non ha fatto bene all’aeroporto. Si tratta di documenti riservati che abbiamo in mano io, il direttore generale e la Regione".
In sostanza la replica non è entrata nel merito della eventuale regolarità e/o legittimità di politica di sostegno ai voli (dalle low cost alle aerolinee tradizionali) o dell'opportunità dei costi a carico delle partecipate e/o enti locali o quantomeno dei costi/benefici di tali iniziative.
Il presidente nella sua risposta - qualora questa corrisponda alla realtà dei fatti - sembrerebbe del tutto convinto che tali accordi di co-marketing aeroportuale e/o cooperazione commerciale tra gestori aeroportuali e vettori possano essere sottoscritti e mantenuti riservati a pochi soggetti e addirittura ignorati dallo stesso consiglio di amministrazione di una società. E' davvero possibile che anche negli altri scali aeroportuali del Belpaese possano intercorrere accordi del tutto "segreti" alla pubblica opinione?
Dopo la recente interrogazione parlamentare sui sussidi e sostegni e aiuti di Stato - on-line su www.aerohabitat.eu e www.aerohabitat.org - dopo aver ricordato che gli scali "Ryanair in Italia sono: Alghero, Ancona, Bari, Bergamo, Bologna, Brindisi, Cagliari, Catania, Comiso, Crotone, Cuneo, Genova, Lamezia Terme, Palermo, Parma, Perugia Pescara, Pisa, Roma - Ciampino, Roma - Fiumicino, Torino, Trapani, Treviso, Trieste", siccome il co-marketing riguarda anche le aerolinee regolari/tradizionali, occorre riflettere quali possano essere gli aeroporti che non hanno ancora accordi del genere.
Probabilmente nessuno.
Nel quadro delle "Linee guida" inerenti le incentivazioni per l'avviamento e lo sviluppo di rotte aeree da parte dei vettori ai sensi dell'art. 13, commi 14 e 15, del decreto-legge 23 dicembre 2013, n.145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, ed emanato dal Ministro delle Infrastrutture lo scorso ottobre è forse stato disposto la riservatezza e segretezza di tali atti ed accordi?
Sembra davvero improbabile e una operazione di trasparenza cristallina sugli accordi esistenti allo scalo di Ronchi dei Legionari (in aggiunta peraltro ai restanti scali del Belpaese). Anche perché, probabilmente, sullo scalo Isontino potrebbero esistere accordi anche con altri soggetti pubblici (società partecipate ed Enti Locali come è stato denunciato - in interrogazioni e dai media - ad esempio sullo scalo di Trapani Birgi).
Possibile che anche nella Regione FVG esistano altri accordi a conoscenza, oltre che dall'Ente firmatario, dal direttore generale dell'aeroporto e dal presidente?
data inserimento: Giovedì 20 Novembre 2014